28 December, 2017

Gain sorprende i giornalisti di tutto il mondo

Nella presentazione mondiale di Gain presso Unibike, la fiera del settore più importante della Spagna, il commento più generalizzato tra i giornalisti è stato: “Sicuro che sia elettrica?” o “Davvero ha un motore?”. Dopo averla provata, nelle varie pubblicazioni apparivano queste domande: “La Orbea Gain è forse un anticipo di quello che sarà il futuro delle bici elettriche?”, “La Orbea Gain è la bicicletta elettrica da strada più bella che esiste?”. Decidilo tu stesso dopo aver letto in questo articolo le impressioni più rilevanti della stampa!

Jack Luke, redattore di Bike Radar, sostiene che stiamo raggiungendo un “punto di inflessione” nel quale le ebike si assomigliano sempre di più alle biciclette convenzionali: “E penso che la Orbea Gain sia all'avanguardia di questo movimento”, indica. Luke, che ha avuto l'opportunità di provare la Gain a Madrid, si mostra “colpito” dal suo rendimento. Anche se confessa il suo scetticismo iniziale per il motore sul mozzo posteriore, dopo averlo provato, lo ritiene “altrettanto raffinato” “e forse anche più facile da usare” rispetto ad altri sistemi nei quali il motore è integrato nel perno del movimento centrale.

Oltre alla stampa specializzata, la Gain ha attratto anche l'attenzione di testate più generali, tra loro quella dei due mezzi di comunicazione più letti –e dei due siti più visitati- in Spagna: EL PAÍS -qui Gain è parte di un articolo più ampio sul “fermento” nel mondo delle bici elettriche– e MARCA, il cui redattore Juan Castro rimarca che la nostra ibrida “è decisamente riuscita in quanto a distribuzione del peso e cambio delle marce”.

Juan afferma che le tre marce di cui dispone Gain “sono molto fluide, ben scalate” e “ti danno quel plus che ti consente di essere comodo e non soffrire”. Altri mezzi di comunicazione generici, come il sito del canale televisivo Cuatro, hanno indicato che, con il lancio di Gain “Orbea ha rivoluzionato il mercato delle biciclette elettriche”.

Nel suo ultimo numero, la rivista digitale tedesca Gran Fondo analizza attentamente la nostra ibrida da strada, definendola come “una bici da strada elettrica molto semplice ma veramente capace”. “L'integrazione ben progettata e intelligente è ordinata”, pone poi l’accento sulla sua “buona maneggiabilità” e sull'“estremamente versatile ambito di applicazione”. Gran Fondo indica come altri punti forti di Gain il “controllo naturale del motore” e “cambi di marcia fluidi e facili sotto controllo”.

Hannah Troop, di questa stessa rivista, aveva già realizzato una prima approssimazione a Gain, che denominava “La peso piuma da 13 kg”. Hannah rilevava la sua leggerezza e una progettazione completamente integrata che definiva come “notevolmente agile”. Metteva inoltre in risalto l'interfaccia iWoc ONE “che ha un aspetto molto ordinato”, che considerava “bene integrata nel tubo orizzontale, lasciando il manubrio libero per altre tecnologie”.

In Bicifácil, rivista legata a pubblicazioni più veterane come “Ciclismo a Fondo” o “Bike”, l'impressione è simile a quella di Bike Rumor. Per questo il titolo della loro review è: “Sicuro che sia elettrica?”. Dopo aver provato Gain, ne sottolineano la “concezione minimalista, leggera e sportiva”, ricalcando che i suoi 13,2 kg la rendono più leggera di molte bici da montagna senza assistenza.

“La sua grande virtù è semplificare le salite più dure”, indicano, evidenziando inoltre il buon rendimento dei componenti che monta Gain: “i suoi potenti freni a disco SRAM Force idraulici ti consentono di mantenere il controllo con facilità e le ruote con copertoni Schwalbe G-ONE Allround, da 40 mm di spessore, assorbono le piccole buche in modo esemplare”.

La rivista di riferimento per uno stile di vita attivo, Sportlife, ha voluto provare la nostra nuova bicicletta a pedalata assistita. Juanma Montero, il suo tester, si dichiara “sedotto” dalla “sua semplicità e da come il motore ti aiuta, in modo naturale, delicato e poco invadenteper “continuare a mantenere le sensazioni della bici in ogni momento”.

Bicisport, attraverso il suo tester Joaquín Calderón, intitola la sua prova “Davvero ha un motore?” e si concentrata attentamente sul comportamento di Gain nelle discese: “Ci ha sorpreso piacevolmente il comportamento nella discesa del passo, con una guida agevole, dato il suo basso centro di gravità e la concentrazione di peso nel movimento centrale, in cui i freni a disco e i copertoni da 28 mm sono stati più che sufficienti”.

Anche Iñaki Gavín, della rivista digitale Maillot Mag, ha avuto l'opportunità di provare la Gain nella sierra di Madrid e conferma le sensazioni del resto della stampa: dopo aver qualificato come “incredibile” il “risultato finale” della bici, Iñaki sostiene che, in movimento, l'uso delle modalità di assistenza è “così facile come sembra”.

Nella modalità senza assistenza, il collaudatore di Maillot Mag indica che “la posizione è comoda e il ritmo e la cadenza si mantengono in modo fluido”. Una volta collegato, Iñaki rileva che il motore X35 “spinge con delicatezza, costanza e senza rumori”: “In piedi sui pedali, nel momento di scalare, la bici si è comportata in modo stabile e neutro, decisamente controllata”, insiste. Il test di Maillot Mag termina ricalcando che le sensazioni e la guida sono le stesse di quelle di una bici tradizionale.

Il semplice fatto che una delle riviste di ciclismo da strada più prestigiose del mondo si ponga questa domanda è già un buon indizio dell'aspettativa che è riuscita a creare Gain, che Rob Spedding, l'autore dell'articolo, definisce come “un concetto piuttosto interessante”.

Tale attesa si diffonde nella stampa specializzata di tutto il mondo: “Il futuro delle biciclette?”, si chiedono in Bicycling Australia. “Offre un assaggio del futuro delle e-bike”, affermano dagli Stati Uniti in road.cc. Nel Regno Unito, Ciclyng Weekly rileva la leggerezza della bici “un'altra che sembra più una normale bici da strada”. In Francia, “Le Cycle” va oltre e intitola: “L’e-bike sportiva per eccellenza!”.

Su questa stessa linea, BikeRumor, uno dei siti di tecnologia ciclistica più consultati dagli appassionati, afferma che Orbea ha portato al livello successivo” il concetto di integrazione nelle ibride da strada. Cory Benson ammette che la prima volta che l'ha vista “non si era nemmeno reso conto che avesse un motore”.