14 November, 2018

Puntando ai vertici della stampa

Poco dopo la presentazione della più sofisticata macchina da Cross Country, un gruppo selezionato di giornalisti provenienti da tutto il mondo ha sperimentato, nel lancio per la stampa sui Pirenei catalani, che cosa significa pedalare sulla quarta generazione di una Oiz che punta più in alto che mai, nelle sue versioni XC e Trail.


OIZ 2019

Oiz è stata progettata per corridori veloci ed esperti, che richiedono una bicicletta super leggera ed efficiente, con una sospensione affidabile nelle gare tecniche di XC e prestazioni elevate nelle competizioni di cross country. È la bici del CLIF Pro Team e dell'Orbea Factory Team.

A loro volta, gli entusiasti delle maratone XC dispongono in questo 2019 della stessa bici con corsa da 120 mm, perfetta per quei corridori che amano la leggerezza e l'efficienza di una bici da competizione ma non si vedono su una Occam.

“Ha una grande reattività che si trasmette al suolo”, inizia Daniel Sapp di Pinkbike nell'articolo in cui descrive le sue impressioni sulla versione XC della bici che abbiamo messo a sua disposizione.

Sapp sottolinea che Oiz XC è un “modello più efficiente quando si pedala in salita” rispetto alla versione TR anche se “non significa che quella da 120 mm non lo sia”. Infatti, indica che raramente ha usato il blocco in entrambe le versioni, data la stabilità del sistema. “Entrambe trasmettevano buone sensazioni in salita e discesa”, dice.

“La Oiz raggiunge un livello superiore”, racconta Solobici di un modello “tremendamente veloce e ora molto più versatile, grazie alle sue opzioni di allestimento e customizzazione”. “Ciò che Orbea ha raggiunto con questa bici, non tutti i marchi riescono a ottenerlo” poiché è “una bici completamente da corsa, ma che chiunque può guidare”.

“La geometria migliorata della bicicletta e la sua leggerezza rendono questa nuova Oiz folgorante, ma allo stesso tempo facilissima da portare e, se sai giocarci, una delle bici più veloci della sua categoria tra quelle che abbiamo provato ultimamente”, dichiara.

“Non ho quasi mai dovuto usare il blocco” dice Thomas Schmitt dalla rivista tedesca Mountain Bike di “una bicicletta che ti darà impulso”.

Il nuovo UFO 2 elimina il punto di rotazione alla giunzione tra foderi e forcellini per prestazioni più elevate e anche una minore manutenzione, cosa che ha colpito il tester tedesco, come altri, appena ha usato il nuovo blocco remoto Inside Line dall' “efficiente posizione di pedalata”. Nel complesso, la Oiz gli è sembrata “veloce ma allo stesso tempo giocosa e agile”.

Il nuovo UFO 2 elimina il punto di rotazione alla giunzione tra foderi e forcellini per prestazioni più elevate e anche una minore manutenzione, cosa che ha colpito il tester tedesco, come altri, appena ha usato il nuovo blocco remoto Inside Line dall' “efficiente posizione di pedalata”. Nel complesso, la Oiz gli è sembrata “veloce ma allo stesso tempo giocosa e agile”.

“Entrambe le versioni sono nate come modelli da XC, quindi le due vanno benissimo in salita“, afferma Stu Taylor sul sito di una delle pubblicazioni più rappresentative del Regno Unito, Singletrack, dopo aver verificato come la Oiz “saliva quanto le veniva chiesto”.

La più grande differenza per il tester viene in discesa. “La Oiz XC è veloce” benché la versione TR sia, secondo il britannico, “una delle biciclette trail da 29 pollici più veloci” che abbia provato in discesa. Ma questo non è tutto, perché Stu ha tirato fuori il suo lato più vivace nei salti, sopraelevate e singletrack di La Molina ed “è stato impossibile arrivare a fine corsa con la Oiz TR”.

Una delle più importanti riviste d'Europa ha voluto chiarire, prima di tutto, che la nuova Oiz nella sua versione XC “è una bicicletta perfettamente al passo coi tempi che si presenta come reale alternativa alle concorrenti del segmento”.

Tuttavia la loro attenzione si è concentrata soprattutto sulla “vera rivelazione” rappresentata dalla versione TR. “20 mm cambiano completamente le cose”, hanno detto. “Che versatilità! Laddove una bici XC pura mostrerebbe logicamente i suoi limiti, la Oiz TR mostra quelli del pilota.

“La Oiz TR è un'arma per marathon e altre gare a tappe”, ha affermato il tester della rivista, Olivier Beart, per poi giungere a un'incisiva conclusione: “Fidatevi, questa Oiz TR lascerà il segno”.

Héctor Ruiz, di Mountain Bike España, ha voluto dedicare alcune righe a una cinematica della sospensione posteriore “comoda, efficiente e difficile da esaurire”. Per lui, anche l'attenzione ai dettagli e la ricerca della perfezione definiscono la nuova Oiz: “pura oreficeria”.

Il mondo delle corse fa parte del DNA di Orbea e la Oiz è la materializzazione della sua natura”, dicono di una bicicletta “creata per eccellere nelle corse di XC e marathon”.

MTB Pro, e nello specifico Juan Daniel Hernández, ha rivolto la sua attenzione alla nuova bielletta Fiberlink, “una parte di grande importanza nella nuova Oiz” secondo il tester.

Questo pezzo da 59 g è stato creato con materiale aerospaziale e offre più rigidità rispetto al carbonio convenzionale, oltre a una maggiore leggerezza. Insieme a UFO 2, “quasi non si nota nulla (la contaminazione della pedalata)” mentre sei seduto.

“A meno che tu non sia in una corsa in cui ogni watt che risparmi in salita conta, è meglio che l'ammortizzatore sia sbloccato”, sostiene. Il concetto della versione TR è “un grande successo” secondo lui, dal momento che la vede come “una bicicletta con cui affrontare qualsiasi tipo di percorsi con tutte le garanzie”.

In Francia, Velo Tout Terrain ha voluto concentrarsi di più su una versione TR che ha ottenuto un punteggio di 16/20 dal suo tester, Benjamin Lacoste.

“Una fonte di ispirazione che ti consente di scegliere sentieri mai pensati” e che ha raggiunto risultati eccellenti nel test soprattutto per il suo rendimento. Probabilmente, grazie alla “facilità” di padroneggiare una bici “che mantiene la reattività della Oiz XC”.

ltre alla “grande manovrabilità” della versione TR, hanno scoperto la “polivalenza su tutti i terreni di una bici” che ha strappato loro un'esclamazione non appena hanno visto l'estetica della Oiz: “che linee!”, hanno esclamato. Alla fine, dopo due giorni sulla Oiz, Benjamin Lacoste era innamorato della versione Trail: “Vive le TR!”.

OIZ 2019